Bolzonella: la storia, il giardino e l’oratorio

La Bolzonella, nel cuore del Veneto e a pochi passi dal centro storico della medioevale Cittadella, ha avuto fin dagli inizi una forte vocazione a luogo deputato alla produzione, al controllo delle colture e delle acque e alla custodia dei frutti della terra, piuttosto che a località di svago, continuando la grande tradizione delle ville venete che prima di essere il luogo degli otia erano il luogo dei negotia.

Appartenne inizialmente alla famiglia Carturo: Benvenuto da Carturo fu incaricato dalla Repubblica di Padova di costruire le mura di Cittadella (1220). Egli da allora prese il nome di Cittadella e con lui i suoi discendenti.

La Villa, il giardino, l’Oratorio e gli annessi di Bolzonella, dichiarati dopo la Prima Guerra Mondiale Monumento Nazionale e vincolati il 6 agosto del 1964, sono datati a partire dalla fine del 1500 e sono posteriori alla contigua torre medioevale risalente al 1200. Fino al 1612 tutto l’insediamento, che si affacciava sulla Strada Comune per Cittadella, era costituito dal corpo più a est con il giardino a nord, dall’Oratorio e dagli edifici rurali con il mulino. Le mappe dimostrano come l’evoluzione di questo luogo sia legata alla storia del territorio e al governo delle acque, alla bonifica dei “beni paludosi” e alla coltura del riso, sfruttando le risorgive, caratteristiche di questa zona. 

Dal 1687 la Villa, ampliata nel 1656 (come si nota nell’iscrizione sul timpano centrale della facciata posta a sud), e il giardino furono modificati con un parterre di rose suddiviso in quattro quadranti e la via arcata di rampicanti a nord, un viale alberato di querce che conduceva alla campagna a est. Nel 1700 il giardino era descritto con la peschiera a U rovesciata che prendeva acqua dalla roggia, regolata dal mulino, con il parterre di rose, con i viali di carpini che delimitavano le distese di prato, la boschina dolce e l’uccellanda a est della peschiera. 

L’assetto attuale del giardino di Bolzonella, attribuibile a Jappelli (dopo il 1824-1830), fu voluto dal Conte Andrea Cittadella Vigodarzere (1804-1870), Senatore del Regno del 1867, “… che avendo la villa uno speciale, comprensibile affetto, ha voluto in essa maggiori ampliamenti, creando un incantevole giardino con un bosco ed un lago di conifere, che si elevano anche nel prato davanti al palazzo ” e rappresenta l’ultimo ampliamento. Nel Catasto Austriaco (1846) Bolzonella è stata destinata “in parte alla villeggiatura, parte all’azienda rurale”, identità ancora valida.

Oggi il giardino è costituito da ampi prati incorniciati da siepi di rose antiche, percorsi da viali rettifili che si intersecano perpendicolarmente, adorni di limoni in vaso ( giardino formale) e intorno i due lunghi viali di carpini, tigli, aceri e farnie che seguono la linea d’acqua della Peschiera, che a est separa il boschetto di esemplari arborei datati e pregiati ( in particolare in prossimità del laghetto originario Zelkova carpinifolia, Quercus palustris, Quercus robur, cedri atlantica e Taxodium distichum), con lievi movimenti di terra e sentieri che conducono a piccoli prati e radure, in evidente stile paesistico. 

L’Oratorio di Villa Bolzonella è dedicato alla SS. Trinità come recita la copia di una lapide trascritta da Jacopo Salomonio. Fu inaugurata nel 1664 dopo la ricostruzione operata dal Conte Bartolomeo Cittadella.

Nel 1672 venne istituita una cappellania perpetua, confermando le 7 messe settimanali sotto lo iuspatronato della famiglia Cittadella; nel 1864 il Vescovo di Vicenza confermava i privilegi concessi e gli impegni assunti esattamente due secoli prima.

L’oratorio fu completamente riformato indicativamente intorno al 1830, ad uso di cappella funeraria, con uno stile che si ritiene chiaramente riconducibile allo Jappelli, sempre dal Conte Andrea Cittadella Vigodarzere, dove egli stesso fu deposto nel 1870, dimostrando il grande valore affettivo che egli aveva per questo luogo.

L’Oratorio ha un accesso principale sulla strada pubblica e un altro accesso dal giardino privato. Sopra l’erta della porta da cui si accede a monito e a conoscenza di chi entra, è posta ad alto rilievo una farfalla, che vuole iconograficamente rappresentare l’anima così come vuole la tradizione classica. Inoltre qui troviamo la citazione del canto X del Purgatorio di Dante “noi siam vermi a formar l’angelica farfalla”, mentre poco più in alto un’epigrafe con trascritti alcuni versi dei Sepolcri di Ugo Foscolo “su gli estinti / non forge fiore / ove non sia d’umane / lodi onorato e d’amoroso pianto”.

Entrambe le citazioni fanno esplicito riferimento alla funzione funeraria della cappella, e riconducono chiaramente alla figura di Andrea Cittadella Vigodarzere e alla cerchia di intellettuali e umanisti di cui faceva parte, come appunto lo stesso Foscolo. 

Nel 1975 la Contessa Andreina Cittadella Vigodarzere, senza figli, adottò la nipote, la Contessa Alessandra Giusti del Giardino, lasciandole dunque in eredità tutti i suoi beni di Bolzonella. Dal 2020, La Bolzonella è di proprietà del figlio di quest’ultima, Pietro Imperiali di Francavilla.

[ Martina Massaro, Il Palazzo Treves de Bonfili e il suo giardino, collana Padova Otto-Novecento, a cura di M. Isneghi, Padova, Il Poligrafo, 2019; Martina Massaro, Giacomo Treves de Bonfili, collezionista e mecenate. La raccolta di un filantropo-patriota, tesi di dottorato Università Ca’ Foscari di Venezia, relatore Donatella Calabi, a.a 2013-2014]